mercoledì 30 dicembre 2015

'L'ingorgo - Una storia impossibile' (1979) di Luigi Comencini (da SpckSCc71)

Luigi Comencini (Salò, 8 giugno 1916 - Roma, 6 aprile 2007) è stato non solo uno dei maggiori esponenti della cinematografia italiana del Novecento, ma, al pari di Germi, De Sica, Risi, Monicelli, Zampa, Loy e Scola (per citare i più grandi), anche un maestro assoluto della cosiddetta “commedia all'italiana”, da lui stesso 'anticipata' con "Pane, amore e fantasia" (1953). Della sua notevole filmografia, realizzata nel corso di una lunga carriera, occorre ricordare almeno “Proibito rubare” (1948), “La bella di Roma” (1955), “Mariti in città” (1957), “Tutti a casa” (1960), “A cavallo della tigre” (1961), “La ragazza di Bube” (1963), “Incompreso” (1966), “Lo scopone scientifico” (1972) “La donna della domenica” (1975), “Signore e signori, buonanotte” (1976), “L'ingorgo - Una storia impossibile” (1979), “Voltati Eugenio” (1980), “Un ragazzo di Calabria” (1987), senza dimenticare i numerosi 'episodi' in film a più mani, e i non meno numerosi lavori per la televisione, come gli sceneggiati (uno per tutti, il celeberrimo “Le avventure di Pinocchio”, del 1972), le serie (bellissima, ad esempio, “I bambini e noi”, del 1970) e le inchieste (memorabile “L'amore in Italia”, del 1978). Sapiente nella direzione di attori e caratteristi, dotato di uno sguardo davvero unico per il “mondo dell'infanzia” (sempre approcciato con grande sensibilità e profonda partecipazione), Comencini è stato capace anche, come pochi, di mettere sotto la lente d'ingrandimento con feroce, spietato sarcasmo, contraddizioni sociali e vizi e debolezze umane dei 'contemporanei'. Emblematico in tal senso “L'ingorgo - Una storia impossibile” (noto anche come “Black out in autostrada”), liberamente tratto da un racconto di Julio Cortázar - non accreditato - dal titolo “L'autoroute du Sud” (1966). Commedia 'nera' e al contempo lucido, potente 'apologo socio-antropologico' sui mali di una 'civiltà ipertrofica', cresciuta in maniera tumultuosa quanto scomposta, il film è la perfetta 'metafora consuntiva' della parabola attraversata da quello che era stato "l'amato-odiato oggetto privilegiato" della stessa “commedia all'italiana”: sul muro del gigantesco ingorgo, infatti, s'infrangono definitivamente tutti i sogni e le illusioni che avevano caratterizzato la “società del boom economico”. Un'amara metafora che perviene direttamente sino al nostro presente, solo che si abbiano la voglia e il coraggio di intravedere, sullo sfondo delle odierne «controversie sull'inquinamento da polveri sottili», l'OGGETTIVO IMBARBARIMENTO IN CUI È DESTINATA A NAUFRAGARE UNA REALTÀ DOMINATA DALLA «TOTALE MERCIFICAZIONE», NONCHÉ DA UN «PROGRESSO TECNO-SCIENTIFICO “IRRIFLESSO”»! Nella sequenza che qui presentiamo, un 'apologo nell'apologo', le parole pronunciate dal prete 'eccentrico' (che sembrano riecheggiare i migliori testi della “Teologia della Liberazione”!) cadono come pietre. Ascoltiamole attentamente. “De re nostra agitur”!

'Cowspiracy' (Usa 2014) di Kip Andersen & Keegan Kuhn (da Gianluca Greco)

Per molto tempo, il FORTE IMPATTO AMBIENTALE E SOCIALE causato dalla «MODERNA ZOOTECNIA (L'ALLEVAMENTO INTENSIVO DI ANIMALI) SU SCALA MONDIALE» e dal connesso «MASSICCIO CONSUMO DI CIBI ANIMALI» è stato pressoché ignorato dalle società, dai loro mezzi di comunicazione e dalle loro stesse comunità scientifiche. Ma come mette ottimamente in luce il documentario che qui presentiamo, persino la comunità ambientalista ha, se non ignorato, quanto meno fortemente sottovalutato (e in taluni casi continua a sottovalutare!) il grave problema. Il primo ad esaminarlo attentamente (con particolare riferimento alle mandrie bovine) e a diffonderne presso il grande pubblico le nefaste implicazioni è stato il grande economista Jeremy Rifkin, in un suo importante saggio del 1992 (in Italia pubblicato solo nel 2001!), dal titolo più che eloquente: "Ecocidio. Ascesa e caduta della cultura della carne".
Altrettanto importante ed esauriente (e a tratti financo ironicamente divertente!) è a nostro avviso il docufilm in oggetto, "Cowspiracy" ("La cospirazione delle mucche"), girato da Kip Andersen & Keegan Kuhn nel 2014. Il coraggio, l'impegno, la preparazione e la passione degli autori meritano davvero tutta la nostra attenzione.

'L'ultima onda' (1977) di Peter Weir (da TheVideodrome76)

Peter Weir, come abbiamo già avuto modo di dire, è un grandissimo regista animato da una profonda e precisa "poetica". Ciò non toglie che egli ci abbia lasciato una serie di indiscutibili capolavori molto diversi l'uno dall'altro quanto a tematiche ed ambientazioni, mostrando inoltre, come tutti i grandi, di saper agilmente piegare i "generi" alle proprie 'esigenze espressive'. Emblematico in tal senso uno dei suoi primi film, di cui proponiamo qui una efficacissima 'epitome': "L'ultima onda", realizzato nel 1977. Singolare e riuscitissima commistione fra racconto di fantascienza in chiave apocalittica, trattato socio-antropologico e saggio di psicologia analitica di sapore junghiano, l'opera, un meccanismo perfetto sotto il profilo 'formale', mantiene inalterato tutto il suo fascino e la sua 'attualità'. Gli sconvolgimenti climatici e ambientali che d'improvviso affliggono la città di Sydney sembrano trovare un corrispettivo, un qualche puntuale riflesso nella mente e nell'animo di David Burton (Richard Chamberlain), un avvocato che ha accettato di difendere un gruppo di aborigeni accusati di omicidio. Nel corso delle sue indagini per il processo, David finisce per subire il fascino della millenaria e misteriosa cultura aborigena, intrisa di pratiche magico-religiose e di un sacrale rispetto per Madre Natura: visioni oniriche sempre più terribili si sovrappongono e si mescolano con perturbanti sogni della sua infanzia, e quando tramite uno degli imputati attinge i segreti e le implicazioni di una concezione ciclica del tempo, egli prova l'oscura quanto angosciosa sensazione di essere lui stesso un "mulkurul", il messaggero che periodicamente annuncia la fine del mondo. Ma, perduta la causa, David ha appena il tempo di scoprire, in un antico santuario, i segni premonitori dell'imminente apocalisse: un'onda gigantesca sommerge tutto.
C'è un testo formidabile, che ho avuto la fortuna di incrociare e studiare a fondo fin da giovane. S'intitola "Dialettica dell'illuminismo", ed è stato scritto a quattro mani, nel 1947 (!), dai due esponenti più autorevoli della cosiddetta "Scuola di Francoforte": Max Horkheimer e Theodor W. Adorno. Non so se Peter Weir l'abbia mai conosciuto, ma eccone qui l'epitome: IL DOMINIO INCONTROLLATO DELLA «RAGIONE STRUMENTALE» SULLA «NATURA ESTERNA E INTERNA AGLI ESSERI UMANI» SI RIVELA FOLLE E SUICIDA; FINISCE, INFATTI, FATALMENTE, NELLA «BARBARIE SOCIO-CULTURALE» E NELLA «CATASTROFE ECOLOGICA»!

'The Truman Show' - Sequenza finale (da Falloppio)

Nella nostra "esplorazione" dell'universo dei Media visti attraverso il Cinema, non possiamo non prendere in considerazione un grande film, realizzato da un Autore che è a nostro avviso uno dei massimi cineasti contemporanei: Peter Weir (Sydney, 21 agosto 1944). La sua brillante carriera inizia quando, tornato in Australia dopo aver compiuto un lungo viaggio attraverso l'Europa, egli prende a lavorare per la televisione, realizzando cortometraggi e documentari. Ottiene notevoli riconoscimenti di pubblico e critica, dapprima in patria poi in tutto il mondo, con "Picnic ad Hanging Rock" (1975), pellicola rarefatta e inquietante che ci rivela subito alcuni assi portanti della sua "poetica": il tema fondamentale del rapporto fra gli esseri umani, le loro società e una natura avvolgente, misteriosa e spesso 'ostile'; l'attenta esplorazione del mondo dei giovani e degli adolescenti (qui un gruppo di collegiali); l'interesse per le dimensioni dell'inconscio e, più in generale, per l'antropologia e l'etnologia. Tra i film successivi meritano di essere menzionati almeno "L'ultima onda" (1977), "Un anno vissuto pericolosamente" (1982), "Witness - Il testimone" (1984), "L'attimo fuggente" (1989), "The Truman Show" (1998), "Master and Commander - Sfida ai confini del mare" (2003).
Quella che qui presentiamo è la sequenza finale di "The Truman Show", una sorta di versione aggiornata, 'ipercolorata' e financo 'ottimistica' del "Grande Fratello orwelliano". Truman Burbank (un magnifico Jim Carrey) è a sua insaputa completamente immerso, fin dalla nascita, in uno show televisivo, di cui è il protagonista assoluto. Tutto ciò che egli crede di vivere è in realtà parte di un perfetto, gigantesco set in cui persone, cose e situazioni concorrono tutte, più o meno armoniosamente, allo sviluppo della sua esistenza, un'esistenza che il pubblico americano, abilmente titillato nel suo profondo 'voyeurismo', segue con fanatica passione. Deus ex-machina, demiurgo e produttore della poderosa 'messa in scena' è Christof (Ed Harris), particolarmente attento e meticoloso nella cura dell'audience. Quando Truman, a poco a poco, grazie anche ad una serie di 'discrasie', trova la forza di ribellarsi alla sua 'condizione eterodiretta, totalmente coatta', e cerca la fuga, proprio Christof tenterà, con argomenti 'potentemente seduttivi', di fermarlo... NON VI RIUSCIRÀ!
 

Frankie Hi NRG MC - Fight da Faida (Original)

Inauguriamo la nostra sezione musicale, secondo "lo spirito che ci è proprio", con un GENIALE ARTISTA CONTEMPORANEO ITALIANO che non esitiamo a definire IMPEGNATO. Intendiamoci: siamo noi a definirlo così, e ce ne assumiamo tutta la responsabilità. A LUI, molto probabilmente, le 'etichette' non interessano affatto, occupato com'è, con la sua ARTE, a "tastare il polso" del SOCIALE nei suoi meandri più profondi, là dove di tanto in tanto insorgono, più o meno convulsamente e spontaneamente, quei MOVIMENTI DI RADICALE CONTESTAZIONE DELL'ESISTENTE cui EGLI, prontamente, è in grado di offrire una VOCE POTENTE, dei TESTI AFFILATI COME RASOI, un SOUND AVVOLGENTE! Sto parlando di Francesco Di Gesù, meglio conosciuto come Frankie Hi NRG MC (Torino, 18 luglio 1969), uno dei massimi RAPPER italiani, attivo fin dagli albori del MOVIMENTO HIP HOP nel nostro Paese (primi anni novanta). Quello che qui presentiamo - UNA VERA E PROPRIA 'ESORTAZIONE ALLA RIBELLIONE' CONTRO SOPRUSI DEI POTENTI, INGIUSTIZIE, MAFIE "DI OGNI TIPO" E CORRUZIONE DILAGANTE NELLA NOSTRA SOCIETÀ - è uno dei suoi primi pezzi, ed è ormai celeberrimo: "Fight da faida". Pubblicato dapprima come singolo nel febbraio del 1991, viene successivamente inserito nel primo album che Frankie realizza in studio, "Verba manent" (pubblicato nel 1994). Lasciamo volentieri a LUI la "parola"!

Sesso e potere - La 'potenza manipolatoria' del SISTEMA MASS-MEDIATICO

Abbiamo già iniziato a trattare dell'odierno POTERE DEI MASS MEDIA visto attraverso il cinema, e lo abbiamo fatto proponendo una celeberrima sequenza di "Quinto potere" del grande Sidney Lumet, senz'altro una delle 'pietre miliari' del genere. Barry Levinson (Baltimora, 6 aprile 1942) non è certo fra i grandi del cinema, tuttavia, dopo i suoi trascorsi di attore e autore di commedie per il teatro e la televisione, approda al grande schermo e ne diviene un buon regista. Fra i suoi film più celebri, girati tra gli anni ottanta e novanta, possiamo ricordare almeno "Good Morning, Vietnam" (1987), "Rain Man - L'uomo della pioggia" (1988), "Bugsy" (1991), "Rivelazioni" (1994), "Sleepers" (1996), "Sesso & potere" (1997), tutti interpretati da grandi star. Proprio da "Sesso & potere" (nell'originale, completamente stravolto, "Wag the Dog") è estrapolata la sequenza che qui presentiamo, e che coglie nel pieno della loro affiatata e sottile "attività diversiva" i tre protagonisti: Conrad Brean (Robert De Niro), 'spin doctor' esperto in comunicazioni di massa, Winifred Ames (Anne Heche), segretaria particolare del presidente Usa, e Stanley Motss (Dustin Hoffman), un produttore hollywoodiano di notevole talento e creatività ingaggiato dallo stesso Brean. Insieme stanno portando avanti un piano per sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dallo scandalo sessuale in cui è rimasto coinvolto il presidente, scandalo che, scoppiato ad undici giorni dalle elezioni, rischia di compromettere il suo secondo mandato. Vi riescono brillantemente diffondendo la falsa notizia di una cellula di terroristi islamici albanesi che minaccerebbe il territorio nazionale da una base in Canada, imbastendo un intervento armato preventivo contro l'Albania stessa (in realtà una "guerra virtuale" documentata con perfette scene filmate in studio che mostrano bombardieri in volo, villaggi in fiamme, profughi in fuga) e corredando sapientemente il tutto con eroi, canzoni evocative, oggetti simbolici e funerali di stato. Chi ha visto il film sa che la situazione precipita alla fine per il solo Motss, il quale, ben conscio di aver realizzato la massima opera della sua carriera, rivendica orgogliosamente il diritto di entrare nella storia del cinema e minaccia direttamente Brean di svelare al pubblico tutti i retroscena della farsa... Non gli sarà permesso, naturalmente!
Bollato da taluni critici cinematografici come una "brillante favola dei tempi odierni", il film di Levinson, che - va riconosciuto! - non è certo un capolavoro, ha comunque a nostro avviso l'indiscutibile merito di aver posto l'accento sui nessi sempre più stretti fra APPARATI POLITICI E APPARATI MEDIATICI (l'aperta e spesso martellante "promozione" di LEADERSHIP POLITICHE sui CANALI TELEVISIVI ne è un esempio lampante!), disvelando efficacemente, con sorridente quanto corrosiva ironia, la potenziale pericolosità di UN "SISTEMA COMUNICATIVO/INFORMATIVO ONNIPERVASIVO" capace, se privo degli ADEGUATI CONTRAPPESI, di CREARE, MANIPOLARE E INDIRIZZARE IL "CONSENSO PUBBLICO" VERSO "FINALITÀ BEN POCO TRASPARENTI E DEMOCRATICHE"! Sempre più spesso, insomma, è la CODA (LA RAPPRESENTAZIONE MEDIATICA DELLA REALTÀ) a controllare e far muovere il CANE (L'OPINIONE PUBBLICA), e non VICEVERSA, come "sarebbe giusto che fosse"! È questo il senso più profondo sotteso all'enigmatico titolo originale!
N.B.: Nel 1998, Bill Clinton viene travolto dal caso Monica Lewinsky. Ordina una serie di bombardamenti in Afghanistan e in Sudan, in risposta ad alcuni attacchi alle ambasciate americane.

Quinto Potere - Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!

Un grande cineasta, Sidney Lumet (Filadelfia, 25 giugno 1924 - New York, 9 aprile 2011). Mezzo secolo di brillante carriera, notevole abilità nel dirigere grandi star, film diversi, sempre strepitosi e "impegnati": da "La parola ai giurati" (1957) a "Onora il padre e la madre" (2007), passando per "Pelle di serpente" (1960), "L'uomo del banco dei pegni" (1964), "Serpico" (1973), "Assassinio sull'Orient-Express" (1974), "Quel pomeriggio di un giorno da cani" (1975), "Quinto potere" (1976), per citarne alcuni, certo fra i migliori, e di successo.
Proprio da "Quinto potere", feroce parodia del MONDO TELEVISIVO già perfettamente avviato a trasformarsi in quel «cinico, amorale, gigantesco sistema di creazione, manipolazione e gestione del consenso» che è divenuto oggi - siamo ben oltre il "potere della stampa" denunciato da Orson Welles nel suo pur geniale "Quarto potere" (1941) -, è tratta la sequenza che qui presentiamo. È il celeberrimo monologo "apocalittico" di Howard Beale (uno strepitoso Peter Finch, non a caso premiato con l'Oscar), commentatore televisivo stanco e sfiduciato della UBS di Los Angeles, passato dal pianificato e sventato suicidio in diretta all'apice degli indici di ascolto, grazie all'abilità senza scrupoli della giovane e rampante responsabile dei programmi, Diana Christensen (Faye Dunaway, anch'essa premiata con l'Oscar), che lo ha rapidamente trasformato in un invasato, seguitissimo "profeta dell'etere". Come sappiamo, nonostante i vari tentativi di "re-indirizzarlo", lo show di Beale subisce un lento e inesorabile declino, ragion per cui, prima del prevedibile, totale crollo dello share, Diana e gli altri responsabili della rete decidono di eliminare il conduttore "in diretta televisiva", servendosi di alcuni componenti di un gruppo terroristico specializzato in rapine e rapimenti, a loro volta già "scritturati" per mostrare, sempre in diretta, le loro imprese criminali. Fantastico il commento finale della voce fuori campo, la stessa che ha accompagnato con discrezione l'intero svolgersi del film: «Questa è la storia di Howard Beale, il primo caso conosciuto di un uomo che fu ucciso perché aveva un basso indice di ascolto.»
Qualcuno ha detto che tale commento "sdrammatizza la situazione, conferendo all'ultimo momento alla vicenda un'aura di presa in giro." Forse. Le "serie questioni fondamentali sottese all'opera", però, restano tutte sul tappeto, a maggior ragione oggi, alla luce delle GRANDI CONCENTRAZIONI DI MEDIA NELLE MANI DI "POCHI GRUPPI DI POTERE", IMPRENDITORIALI O POLITICI POCO IMPORTA! (ma su ciò avremo modo di tornare in altra sede). D'altra parte, nel nostro Paese è ancora fresca l'eco di un cosiddetto "editto bulgaro", che qualche tempo fa ha "soppresso" (non "fisicamente" certo, epperò non meno "realmente"!) in un sol colpo "alcuni celebri show e i relativi conduttori". E, ironia della sorte, nient'affatto perchè conseguissero "bassi indici di ascolto", tutt'altro!... Piuttosto, DISTURBAVANO PALESEMENTE «I MANOVRATORI DI TURNO»! 

11 Settembre tra IERI e DOMANI - LIVE con M. Mazzucco e G. Chiesa

Nelle vicende dell'11 settembre 2001, vicende che andiamo qui via via "ricostruendo e approfondendo" in una sorta di "percorso ideale", questo video realizzato il 12 settembre 2013 (in occasione dell'ennesimo "anniversario", dunque!) occupa un posto del tutto particolare. Infatti esso - come recita del resto il titolo -, collocandosi esattamente "a metà strada", ossia in una posizione "interlocutoria", costituisce una vera e propria "messa a punto": da un lato, vi viene analizzato, per così dire, lo "stato dei lavori" di DISVELAMENTO DELLA "REALE ENTITÀ" DI QUEI FATTI EPOCALI, DELLA LORO "PORTATA" E DELLE LORO "MOTIVAZIONI PIÙ PROFONDE" (questione davvero cruciale, specie a fronte dell'atteggiamento dell'INFORMAZIONE MAINSTREAM, nel suo complesso pronta, a caldo, a conformarsi e a difendere "una versione ufficiale sbrigativa quanto omissiva", e a distanza di oltre un decennio, più che propensa "a lasciar cadere il tutto nell'oblio"!); dall'altro, vi si procede limpidamente alla prefigurazione di alcuni INQUIETANTI SCENARI GEOPOLITICI, efficacemente riassumibili nell'enunciato TERZA GUERRA MONDIALE, nonché in un non meno preciso, angosciante interrogativo: QUANDO, DOVE E CHI COLPIRÀ "IL PROSSIMO 11 SETTEMBRE"?!?
Illustri ospiti della "live" non potevano essere altro che I DUE MAGGIORI "COMPLOTTISTI" ITALIANI, Giulietto Chiesa e Massimo Mazzucco, intervistati da Tommix e da Mario Circello. Imperdibile la performance in apertura di Tommix che demolisce, con sublime sarcasmo, i "presunti «anti-complottisti», non a caso "accaniti difensori" di «QUELLI CHE COMPLOTTANO DAVVERO ALLE SPALLE DI NOI TUTTI»"! Da rilevare, ancora, la presentazione di due libri notevoli: "Perché gli edifici cadono", Bompiani 1997, di Matthys Levy e Mario Salvadori, due ingegneri di fama internazionale (citiamo dalla presentazione: «... nei casi di crolli strutturali “l’apparenza inganna”, perché la risposta giusta è spesso nascosta, per nulla intuitiva, e talvolta sorprendente."); "Invece della catastrofe", Edizioni Piemme 2013, all'epoca l'ultima fatica di Giulietto Chiesa.

Giulietto Chiesa sull'11 settembre 2001 (da bacilloz71)

Proseguiamo nella nostra pubblicazione di preziosi documenti audiovisivi inerenti ai tremendi fatti epocali avvenuti l'11 settembre del 2001 sul territorio degli Stati Uniti d'America, e lo facciamo sempre attraverso la testimonianza critica del nostro "referente fondamentale": Giulietto Chiesa. Qui il 'nostro' viene intervistato in esclusiva da Paolo Mondani (noto al pubblico come brillante ed esperto inviato di «Report», l'ormai celebre trasmissione di Rai Tre condotta da Milena Gabanelli) per "Timeune", una 'rubrica di approfondimento' della Tv Arcoiris, intervista pubblicata su «You Tube» il 10 settembre 2013. Mondani - non senza ironia! - esordisce qualificando subito Giulietto Chiesa come «il numero uno dei complottisti italiani», ciò che per quanto ci riguarda costituisce un vero e proprio "titolo di merito" che il 'nostro' si è da tempo "guadagnato direttamente sul campo del migliore giornalismo d'inchiesta", nonché "attraverso meditate e approfondite analisi/tesi decisamente controcorrente", ovvero spesso in "aperto contrasto" con un «SISTEMA MEDIATICO» NEL SUO COMPLESSO INCLINE, COME MINIMO, ALL'«AUTOCENSURA»! In ogni caso Giulietto, senza quasi battere ciglio, dopo aver fermamente ribadito che "la versione ufficiale dei fatti dell'11 settembre presentata al mondo dalla relativa commissione d'inchiesta Usa non può reggere alla più elementare delle verifiche in almeno 200 punti", procede con logica serrata a smontarne immediatamente i più eclatanti: 1) il "misero buchetto circolare" lasciato sulla facciata del Pentagono nientemeno che da un (notoriamente gigantesco!) boeing 747; 2) il crollo nel pomeriggio dell'11 settembre della massiccia terza torre (il Wtc-7) che, "non colpita da nessun aereo né detrito, viene giù diritta come in una perfetta demolizione controllata"; 3) quella tragica mattina "erano in atto, singolare coincidenza, 8 gigantesche esercitazioni militari, che avrebbero fra l'altro lasciato totalmente incustodito l'intero spazio aereo statunitense" (IL "PIÙ PROTETTO" AL MONDO)! Ma il dato cui prestare la massima attenzione viene sollevato verso la fine dell'intervista, e chiama in causa direttamente "questioni di alta strategia geopolitica e militare" contenute in UN DOCUMENTO DEI "CROCIATI NEOCONS USA" (Bush & C. in testa!) stilato ben prima del 2001, intitolato «Progetto per il nuovo secolo americano», nel quale, a fronte della presa d'atto di "un colossale debito estero e di una più o meno imminente gravissima recessione economica", si fa esplicita allusione alla NECESSITÀ DI "UNA NUOVA PEARL HARBOR"!
(Sul DOCUMENTO in questione, citato più volte pubblicamente anche dallo storico Franco Cardini, si veda Giulietto Chiesa, "La guerra infinita", Milano, Feltrinelli, 2002; "La guerra come menzogna", Roma, Nottetempo, 2003; "Superclan. Chi comanda l'economia mondiale?", con Marcello Villari, Milano, Feltrinelli, 2003)
http://www.jeanpaulvideo.info/giulietto-chiesa-sull-11-settembre-2001-96734

martedì 15 dicembre 2015

CONTRO IL «NEOLIBERISMO»!


CONTRO IL «CEFFO/CLOWN DI ARCORE SPONSORIZZATO DA GELLI»!


Giulietto Chiesa - 11 settembre: la menzogna svelata di gfortini

Torniamo qui al nostro "referente fondamentale" in ordine ai terribili attacchi terroristici dell'11settembre 2001 in terra d'America. È il 13 settembre del 2010, e siamo nel Circolo Arci "Bolognesi" di Ferrara, città in cui per la seconda volta Giulietto Chiesa presenta e commenta il film-inchiesta «Zero», realizzato assieme a Franco Facassi. Il video ci mostra solo un estratto dell'incontro, ma si tratta di momenti davvero salienti, in cui un pubblico estremamente attento, preparato e partecipe ha modo di attingere informazioni di una rilevanza assoluta. A cominciare da quanto osserva in apertura del dibattito il 'presentatore', che sottolinea un dato inquietante quanto significativo: fin dalla sua uscita nel 2007, "nessun canale televisivo italiano ha accettato di mostrare, nemmeno nelle ore notturne", il film di Giulietto Chiesa, ciò che prefigura quindi, inequivocabilmente, "una informazione negata"! Quanto all'intervento del "nostro", ci permettiamo di segnalare due soli passaggi, a nostro avviso particolarmente importanti: quello in cui viene rimarcato con forza il NESSO STRINGENTE "ORGANIZZAZIONI TERRORISTICHE-SERVIZI SEGRETI", e quello nel quale vengono 'documentatamente' elencati i "VARI SERVIZI SEGRETI IMPLICATI NELL'«OPERAZIONE 11 SETTEMBRE 2001»". Buona visione.

11 Settembre 2001, "La Cospirazione della CIA" di William Lewis (Usa 2007)

Eccoci alla terza tappa della nostra selezione di filmati-inchiesta sui terribili fatti accaduti l'11 settembre 2001 negli Usa. Ci sembrava giusto abbandonare per un momento il "filo diretto" con il nostro referente fondamentale, Giulietto Chiesa, e lasciar "parlare" alcune autorevoli voci appartenenti al Paese direttamente colpito dai mostruosi attacchi. E lo fanno qui egregiamente, con le immagini, il regista e documentarista William Lewis (nel 2005 ha girato "Beyond Treason", e nel 2006 "911 - In Plane Site", questo sempre sui fatti in questione), con la sua "voce in campo", Dave Vonkleist, Talk Radio Host che ha anche scritto e prodotto il film (come il precedente, "In Plane Site"). Naturalmente pure Vonkleist è stato subito accusato di "complottismo", perciò vale tanto più la pena seguire sì attentamente l'intero documentario, ma tenendo altrettanto desta la concentrazione sia all'inizio, quando egli ci parla delle "tre fasi che la verità sembra destinata ad attraversare", nonché della differenza fondamentale fra "teoria della cospirazione" e "realtà della cospirazione", sia alla fine, laddove, dopo aver rimarcato la sua ferma distanza da ogni "posizione ideologico-politica preconcetta", egli sottolinea, fra l'altro, il nesso stringente APPARATI DI STATO-INDUSTRIA BELLICA-GUERRA AL TERRORISMO-RESTRIZIONE DEGLI SPAZI DI LIBERTÀ PERSONALI-ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA INTERNA! Da rilevare ancora, che il titolo originale del film (per quanto a nostro avviso anche il titolo italiano sia pertinentissimo!) è "9-11 Ripple Effect", ossia "Effetto a Catena", un concetto-chiave su cui avremo modo di tornare.

http://www.jeanpaulvideo.info/11-settembre-2001-la-cospirazione-94633

Inganno globale: 11 settembre 2001 di Massimo Mazzucco

Ed eccoci alla "seconda tappa" della nostra "rivisitazione" dei tragici eventi verificatisi l'11 settembre 2001 negli Usa governati dall'amministrazione Bush. In verità il film inchiesta di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi (2007) è appena posteriore a quello che qui presentiamo: "11 settembre 2001 - Inganno globale" (2006) di Massimo Mazzucco. Tuttavia, senza nulla togliere a quest'ultimo, se abbiamo voluto partire dal primo una ragione c'è, ed ha per noi un peso cruciale: Giulietto Chiesa, come abbiamo già sottolineato è (fra l'altro, certo!) un "finissimo politologo", ed ha sempre corroborato le sue "scrupolose indagini sul campo" in veste di inviato speciale nei più disparati "teatri di crisi", con notevoli "analisi di economia politica", distribuite via via in numerosi saggi di grande spessore. È lui, quindi, che può davvero aiutarci a comprendere le "reali strategie geo-politico-economiche" che il COMPLESSO MILITAR-FINANZIARIO-INDUSTRIALE USA aveva elaborato ben prima del fatidico 11 settembre 2001; ed è sempre lui che può guidarci con mano sicura attraverso la "guerra infinita" scaturita direttamente da quell'evento, con la conseguente "destabilizzazione" del Medio Oriente, del Maghreb e della stessa Europa! Ci fermiamo qui, per ora.
Prezioso è comunque anche il contributo di Massimo Mazzucco, nato come fotografo di moda, ma affermatosi in seguito come giornalista e cineasta. Per il "suo" 11 settembre 2001 (ciò che del resto è inevitabilmente successo anche a Giulietto Chiesa!) gli hanno dato del "complottista", accusa dalla quale tuttavia si è sempre difeso con pacatezza e grande determinazione. Noi perciò rendiamo qui esplicitamente omaggio al suo coraggio, e lo facciamo ricordando a tutti quanto avemmo già modo di scrivere: «Complottisti sono proprio coloro (poteri forti più o meno occulti e pennivendoli al loro servizio in testa!) che si affrettano ad accusare accanitamente di complottismo chiunque osi svelare i loro sporchi complotti»!

sabato 5 dicembre 2015

11 SETTEMBRE 2001: RIPARTIAMO DA «ZERO»!


L'11 settembre 2001 è una data cruciale, fatidica; come molti notarono, è una "data spartiacque" nella storia umana. «Da oggi», si disse a caldo, «il mondo non sarà più lo stesso».
E in effetti ciò che accadde in quella mattinata negli Stati Uniti d'America è qualcosa di orribile e sconvolgente. Quattro voli civili commerciali vennero dirottati da quelli che in seguito furono identificati come diciannove affiliati all'organizzazione terroristica di matrice fondamentalista islamica "al-Qāʿida": i terroristi fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sulle torri nord e sud del World Trade Center di New York (le cosiddette "Torri gemelle"), provocando poco dopo il loro collasso, il collasso di una vicina terza torre (il Wtc-7) e gravissimi danni agli edifici nei dintorni; un terzo aereo di linea venne scagliato contro una facciata del Pentagono, mentre un quarto, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che membri dell'equipaggio e passeggeri avevano tentato, vanamente, di strappare ai terroristi il controllo del velivolo.
Nell'attacco alle "Torri gemelle" rimasero uccise quasi 3000 persone, tra le quali 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti; la maggioranza delle vittime era civile, di settanta nazionalità diverse.
Questi i crudi, terribili «fatti», nella loro mostruosa brutalità. Ma i fatti, come noto, sono "nulla" senza le relative «interpretazioni». E ad onta dei fiumi d'inchiostro versati, e delle versioni più o meno "ufficiali", numerosi sono a tutt'oggi gli interrogativi che restano aperti sui tragici eventi dell'11 settembre, e in particolare sulle "motivazioni storico-politiche a monte" di essi, nonché sulle "conseguenze storico-politiche scaturite" da essi, ormai sotto gli occhi di tutti! Ebbene, chi scrive ritiene di aver individuato in Giulietto Chiesa, ex-politico, scrittore, grande giornalista e fine politologo, un referente fondamentale per dipanare una tale "matassa". Egli lo ha brillantemente fatto (e continua a farlo) in numerosi saggi (fra i quali, per chiunque abbia voglia di approfondire, ricordiamo: "La guerra infinita", Milano, Feltrinelli, 2002; "La guerra come menzogna", Roma, Nottetempo, 2003; "Superclan. Chi comanda l'economia mondiale?", con Marcello Villari, Milano, Feltrinelli, 2003) e interventi, e nel "film-inchiesta" che qui presentiamo, di cui è autore insieme a Franco Fracassi: "Zero - Inchiesta sull'11 settembre", appunto. Un titolo, peraltro, che non potrebbe essere più appropriato: a fronte del "coro unanime di una stampa a dir poco conformista", subito pronta a far propria una "inchiesta ufficiale dell'amministrazione statunitense" che (a tacer d'altro!) fa acqua da tutte le parti, è vitale e salutare ripartire, coraggiosamente, "da zero"!

martedì 1 dicembre 2015

LA "STRATEGIA DEL TERRORE" DELL'ISIS È IN BUONA COMPAGNIA!


DALL'«11 SET 2001 DI NEW YORK» AL «13 NOV 2015 DI PARIGI»!!!

L'ENNESIMA "PROVA INCONFUTABILE" CHE LA SPORCA «GUERRA INFINITA» PROMOSSA E SCATENATA DALLA «GANG BUSH» (GUERRA CHE COME NOTO DURA A TUTT'OGGI!) ERA "PIANIFICATA" DA ALMENO UN DECENNIO, E "INCLUDEVA" L'ATTENTATO DELL'11 SET 2001 ALLE TORRI GEMELLE DI NEW YORK, IL TUTTO SULLA PELLE DI «POPOLAZIONI INERMI», COMPRESA QUELLA AMERICANA!!!