sabato 29 giugno 2019

«ECONOMIA COME "FORMA SUPREMA DI IDEOLOGIA"»!!!

Ilaria Bifarini, Inganni economici. Quello che i bocconiani non vi dicono, Independently published 2019

Presentazione
«L’Economia ha abbandonato il suo connotato sociale e si è arrogata il ruolo di scienza esatta, che trae dall’utilizzo della matematica la propria presunzione di infallibilità. Ma la realtà dimostra che non è così, le previsioni economiche vengono puntualmente smentite dai fatti, sempre più spesso economisti e organizzazioni internazionali sono costrette a rivedere le proprie affermazioni. Un paradigma economico fallace e basato su miti infondati ha preso il sopravvento sulla politica e guida le scelte che riguardano la vita dei cittadini e il futuro dei Paesi. Facendo leva su un innato senso di colpa dell’essere umano vengono imposti sacrifici economici che non solo non riescono a superare l’attuale crisi, ma ne aggravano le condizioni. Attraverso l’inganno e il ricatto del debito pubblico milioni di individui vengono privati dello stato sociale e delle tutele del lavoro, in nome di un’austerity che continua a mietere vittime in Europa, dopo il massacro ellenico. Il mito della superiorità e dell’infallibilità del libero mercato, completamente assimilato dall’opinione pubblica attraverso la propaganda capillare del mainstream, trova nell’Unione Europea la sua massima espressione e il margine di critica a tale modello viene sempre più compresso.La perdita della sovranità monetaria rende i Paesi indebitati assoggettati dai mercati, privi della libertà di scegliere la propria politica economica e di attuare politiche keynesiane per tornare a crescere. Una Banca centrale europea preoccupata unicamente del mantenimento di un basso tasso di inflazione elude completamente il problema dell’occupazione e della crescita. Nonostante gli evidenti fallimenti e gli insegnamenti che la storia offre, il modello economico neoliberista sposato dalla Ue è sempre più intransigente e capace di fagocitare ogni forma di dissidenza. Alla base del suo successo risiede il potere ideologico degli inganni economici che, utilizzando false similitudini e un’ingiustificata presunzione di scientificità, fa presa sul comune cittadino. Questi falsi miti possono essere smascherati uno a uno e mettere così fine allo stato di crisi economica e di soggezione morale nella quale siamo sprofondati.»
 

L'ETERNO, IGNOBILE "GIOCHINO GEOPOLITICO" DEL «DUE PESI, DUE MISURE»!!!

Azzurra Meringolo Scarfoglio, Fuga dall'Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe, Infinito Edizioni 2019

Presentazione
«Inchiesta all’interno della nuova diaspora egiziana, composta dagli esuli di ultimissima generazione. Più o meno giovani, giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani scappati dal loro Paese quando, dopo il golpe dell’estate del 2013, i militari sono tornati al potere. I nuovi esuli egiziani sono andati via per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio – dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche. Dalla diaspora raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio, spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia dell’Egitto contemporaneo.»
Prefazione di Moni Ovadia; Introduzione di Riccardo Noury.
Domandina retorica: «CHI» detta (ai MEDIA in testa!) l'agenda geopolitica globale, stilando liste di proscrizione, e decidendo via via quali PAESI sono da ritenersi CANAGLIA (ad esempio: Iran, Siria, Yemen, Corea del Nord...) e quali NO (ad esempio: Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto, Turchia...)?!? Forse che nei SECONDI la BRUTALE REPRESSIONE DEI DIRITTI UMANI E CIVILI, IN PARTICOLARE QUELLI DELLE MINORANZE E DEGLI OPPOSITORI, è meno tragica e feroce?!?

    

mercoledì 26 giugno 2019

«L'IMPORTANZA DEL "PENSIERO LATERALE" NELL'EVOLUZIONE SCIENTIFICA»!!!

Ilaria Capua,  Salute circolare. Una rivoluzione necessaria, Egea 2019

Presentazione
"Un «conto alla rovescia» che si trasforma in un intrigante viaggio nel tempo - da Ippocrate ai no-vax, dalla peste nera alla creazione dei lazzaretti - alla scoperta del ruolo della trasversalità e della circolarità nelle grandi conquiste della salute di cui oggi godiamo. I protagonisti di questo libro sono quei visionari, coraggiosi, determinati o solo fortunati, che in epoche diverse hanno scoperto, per caso o per intuito, universi così vasti da andare ben oltre i confini dell'immaginazione. Dalle loro storie emerge con chiarezza come la conoscenza e lo studio dei meccanismi che generano salute si espandano grazie alla potenza del pensiero laterale. E l'interdisciplinarietà che ha consentito di aprire campi immensi da esplorare e approfondire, andando con il tempo a costituire i pilastri della salute. La trasformazione digitale ci impone di ripensare alcuni percorsi e di proporne di nuovi e rivoluzionari, per arrivare a un maggior equilibrio con gli animali, con le piante e con l'ambiente che ci accoglie nel suo complesso. La sfida è quella di riconoscere che la salute è un sistema di vasi comunicanti, che può essere migliorato grazie a un'innovazione responsabile che miri a rigenerare l'equilibrio. Proprio come diceva Ippocrate."
 

martedì 25 giugno 2019

«A LEZIONE DA CONFUCIO»!!!

Francesco Grillo, Lezioni cinesi. Come l'Europa può uscire dalla crisi, Solferino 2019

Presentazione

"Da una parte la Cina, stella dell'economia e dell'innovazione globale, ma anche della diminuzione dei poveri e dell'aumento della speranza di vita. Dall'altra l'Italia, agli ultimi posti per crescita tra i Paesi di un'Europa che sembra aver perso fiducia in se stessa. Come siamo arrivati a questo punto? Per capirlo e trovare una via d'uscita occorre studiare il miracolo dell'Impero di Mezzo e interrogarsi su come una società che non ha elezioni politiche abbia sviluppato strumenti di apprendimento collettivo straordinariamente efficaci che le consentono di adattarsi meglio a una rivoluzione tecnologica che sta cambiando ogni cosa. Le "Lezioni cinesi" sono quelle di brand globali come Alibaba, ma anche di aziende molto piccole come Iflytek, che cercano per prime di piegare le tecnologie alla vita quotidiana delle persone: degli anziani nelle università della terza età o dei contadini che usano droni per coltivare e vendere fragole. Tutti protagonisti di un grande balzo che non si può comprendere appieno senza analizzare la strana modernità di un'ideologia e di un Partito considerati superati, ma anche l'antica eredità filosofica di Confucio. In un viaggio sorprendente tra i fantasmi delle democrazie liberali e le avanguardie dell'Oriente, Francesco Grillo ci porta a conoscere imprenditori visionari, capi politici e intellettuali, contraddizioni e limiti di un modello, città fantastiche e sistemi d'istruzione, per scoprire le idee che servono all'Occidente per scuotersi da un torpore che lo accompagna da quando ebbe l'illusione, nel 1989, di aver «vinto tutto»."
  
 
 

sabato 22 giugno 2019

A PROPOSITO DI (DIS)UNIONE EUROPEA!!!

Armando Perna, Europa (d)istruzioni per l'uso, Graphofeel 2019

Presentazione 

«"Europa (d)istruzioni per l'uso" è un piccolo strumento critico per chi desidera accostarsi all'Unione Europea e ai suoi segreti attraverso un ironico glossario delle sue parole simbolo, da "Acquis comunitario" fino a "Zona Schengen". Il dizionario racconta i meccanismi e il (mal)funzionamento di alcune istituzioni, luoghi e strumenti giuridici, economici, finanziari e sociali dell'Unione Europea. Le voci sono ricche di informazioni sconosciute ai più: dalla descrizione delle città più rappresentative dell'Unione a tante curiosità, dalle piccole denunce dei vizi comunitari a inediti scoop. Non manca un'analisi positiva che segnali alcuni strumenti validi messi a punto dalla UE - come le App, la figura del mediatore, i premi, l'istituto della petizione.»

 

venerdì 21 giugno 2019

CONTRO I «PRENDITORI DI SEMPRE E I LORO "NUOVI" REFERENTI POLITICI»!!!

Il Caltagiro di Marco Travaglio – il Fatto Quotidiano del 20/06/2019
 
«Ieri, in stereofonia, quei due bocciuoli di rosa di Francesco Gaetano Caltagirone e Matteo Salvini hanno notificato l’ingiunzione di sfratto a Virginia Raggi. Il primo l’ha fatto con editoriale a tutta prima pagina del suo Messaggero, dal titolo: “Raggi incapace, Roma muore. Perché la sindaca deve passare la mano dopo tre anni di non governo”. Il secondo, sincronizzato al minuto, ha annunciato il programma della Lega per prendersi Roma con due anni di anticipo sulla scadenza della sindacatura. Nulla di strano, intendiamoci. La Lega è all’opposizione della giunta dei 5Stelle, anche se governa con loro a livello nazionale. E il Messaggero, cioè Caltagirone, è all’opposizione della Raggi fin da prima che la Raggi fosse eletta. Il 20 marzo 2016, in campagna elettorale, la candidata M5S aveva detto a Sky che, se eletta, avrebbe “cambiato il management di Acea, composto da un’accozzaglia di nomi in gran parte scelti da Caltagirone con il lasciapassare del suo amico Renzi”. Quattro giorni dopo il Messaggero sparò in prima pagina: “Il caso Acea. La Raggi parla e i romani perdono 71 milioni. Dopo le imprudenti dichiarazioni della candidata-sindaco, le azioni Acea crollano del 4,7%. Bruciati 142 milioni. Il danno maggiore è per il Campidoglio, azionista al 51%”. Morale: cari romani, non votate per una tizia che pronuncia “parole demagogiche e irresponsabili”, di cui “non comprende assolutamente la portata distruttiva”, un’ignorante “inesperta” che “parla senza rendersi conto dei danni che fa”. Figurarsi “che succederà se diventerà sindaco”.
Nella fretta, le zelanti penne caltagironiche si scordarono di indicare i consoci del Comune in Acea: soprattutto il principale, col 15,8%, cioè Caltagirone che pagava loro lo stipendio. Quanto al crollo del titolo a causa della Raggi, era una fake news. L’intervista fu domenica 20 (a mercati chiusi) e il calo azionario mercoledì 23: difficile che in Piazza Affari se ne stiano tre giorni paralizzati a compulsare le frasi di una candidata prima di organizzare la fuga dal titolo. Ma soprattutto: il crollo del titolo non costò un euro (figurarsi 71 o 142 milioni) al Comune né ai “romani”: a meno che costoro non avessero venduto titoli Acea proprio in quei giorni. Purtroppo i romani non credettero al Messaggero e plebiscitarono la Raggi col 67,15%. L’ottavo re di Roma, abituato con gli altri sindaci a scriversi i piani regolatori a domicilio per riempire la città di capolavori come le Vele di Tor Vergata, i cantieri della MetroC, i quartieri-alveare nelle periferie e candidarsi al Premio Attila alla carriera, si listò a lutto.
Ma le provò tutte per convincere la Raggi a tradire l’impegno elettorale di ritirare la candidatura alle Olimpiadi 2024. Era chiaro che, se la sindaca avesse garantito ai palazzinari l’ennesima mangiatoia a spese nostre, avrebbe avuto cinque anni di buona stampa, anche se l’avessero beccata a rapinare le banche o a scippare le vecchiette. Invece la Raggi mantenne la promessa e salvò la città dal default che di solito segue ai Giochi (vedi Atene, Rio de Janeiro e figurarsi Roma con i suoi 15 miliardi di debiti). E si attirò addosso un bombardamento atomico permanente, quotidiano, preconcetto su tutti i media, a prescindere dai suoi errori (tanti) e dai suoi meriti (pochi). Una guerra senza quartiere che, se fosse stata ingaggiata prima contro i sindaci precedenti, avrebbe risparmiato a Roma quasi tutti i suoi guai. Prima l’assalto all’ottima assessora all’Ambiente Paola Muraro, dipinta come una Riina in gonnella fino alle dimissioni e poi prosciolta da tutto. Poi la mostrificazione della stessa Raggi, un giorno Messalina mangia-uomini, uno corrotta, uno riciclatrice di polizze, uno fascista, uno comunista, uno vecchia e racchia, sempre colpevole di tutto, anche dei topi ottuagenari, delle buche secolari, delle piogge autunnali.
La infilarono persino nel dossier prefettizio dei complici di Mafia Capitale, salvo poi scoprire (e nascondere) che i Casamonica vogliono farle la pelle per aver demolito i loro villini abusivi, sempre tollerati dai sindaci bravi e capaci, quelli che avevano consegnato le chiavi del Campidoglio a Buzzi&Carminati&C. e accumulato 15 miliardi di debiti. La Raggi e la sua giunta hanno colpe enormi: molti assessori e manager delle municipalizzate scelti male e cambiati come calzini, ritardi abissali su rifiuti, strade, trasporti, degrado e periferie. Ma, come sempre accade ai 5Stelle, pàgano i loro pochi meriti: l’onestà personale e la correttezza amministrativa, i bandi di gara (prima pressoché sconosciuti) per ogni appalto e iniziativa pubblica, il freno alla deriva poliziesca salviniana, la lotta agli affitti non pagati dai compagnucci de sinistra e dai camerati okkupanti di Casa Pound, il via libera allo stadio della Roma (purtroppo appannaggio di un concorrente di Caltagirone) ma senza speculazione, il salvataggio di Atac col concordato preventivo, le battaglie contro la privatizzazione dell’acqua (meraviglioso ieri, sul Messaggero del socio Acea, il peana all’“Acea gioiello dai conti floridi, a riprova che la cura e il controllo dei privati giova anche a chi vorrebbe addirittura l’acqua pubblica”). Ora infatti tutti, Messaggero in testa, lavorano indefessi per un bel sindaco leghista anche a Roma, e pretendono che la Raggi gli liberi la poltrona con due anni d’anticipo perché i caltagirini han deciso così. Salvini è pronto: non si dà pace che “la giunta neghi perfino il taser ai vigili come previsto dal Dl Sicurezza” (ecco cosa manca a Roma: il taser ai vigili!). E annuncia: “Stiamo lavorando in tutti i quartieri per un programma alternativo. L’obiettivo è rilanciare la città e confermare anche qui il buon governo della Lega”. Tipo alla Regione Lombardia o a Legnano, per dire.»

mercoledì 19 giugno 2019

UN IMPORTANTE ARTICOLO DI «UNO DEI MASSIMI TEORICI DELLA "DECRESCITA FELICE": MAURIZIO PALLANTE»!!!

«La sinistra resta prigioniera della crescita»   di    Maurizio Pallante 
Il Fatto Quotidiano del 15 giugno 2019




«Uno dei responsi delle ultime elezioni europee è stato il fallimento dell’ennesimo tentativo di ridare vita alla sinistra, inevitabile sanzione del rifiuto di prendere atto della sua sconfitta definitiva sotto le macerie del Muro di Berlino. Un rifiuto che nasce dall’incomprensione della differenza tra la pulsione all’eguaglianza e alla collaborazione, insita nell’animo umano, e la concretizzazione storica che ne ha dato la sinistra. È questa concretizzazione storica, durata appena due secoli, a essere stata sconfitta dalla destra, che a sua volta è stata la contemporanea concretizzazione storica della pulsione, anch’essa insita nell’animo umano, alla diseguaglianza e alla sopraffazione.

Le sinistre hanno condiviso con le destre la valutazione positiva della finalizzazione dell’economia alla crescita della produzione di merci, l’identificazione del benessere con la crescita dei consumi e della ricchezza col denaro. Si sono scontrate con le destre sui criteri di distribuzione del profitto generato dalla crescita. Le destre sostengono che devono essere stabiliti dal mercato, le sinistre dallo Stato con tassazione progressiva dei redditi e servizi sociali.

Da questa impostazione deriva che una più equa distribuzione della ricchezza monetaria a vantaggio delle classi sociali più povere accresce la quota dei profitti destinata ai consumi a scapito degli investimenti, mentre una più iniqua a favore delle classi sociali più ricche riduce la quota dei profitti destinata ai consumi e accresce quella destinata agli investimenti.
Poiché la crescita dipende dagli investimenti, le economie più eque fanno crescere di meno l’economia e le economie più inique la fanno crescere di più. Se si ritiene, come hanno ritenuto le sinistre, che una maggiore equità si possa perseguire soltanto se cresce l’economia, le destre prevalgono.

Contrariamente a quanto hanno creduto le sinistre, la finalizzazione dell’economia alla crescita non crea le condizioni per una maggiore equità. Tantomeno ora che la crescita della produzione e del consumo di merci ha superato i limiti della sostenibilità ambientale: le emissioni di CO2 eccedono le capacità di assorbimento della fotosintesi clorofilliana e aggravano l’effetto serra; negli oceani galleggiano ammassi di plastica grandi come gli Stati Uniti; la biodiversità si riduce a ritmi accelerati, la fertilità dei suoli agricoli si è dimezzata… Le conseguenze della crisi ecologica innescata dalla crescita economica vengono pagate in misura maggiore dai popoli poveri, accrescendo le diseguaglianze.

Una maggiore equità si può realizzare solo indirizzando la politica economica e industriale a ridurre la crisi ecologica mediante tecnologie che riducono il consumo di risorse, l’inquinamento e i rifiuti per unità di prodotto. Invece di lavorare in questa direzione i sostenitori della sinistra e i sedicenti post-ideologici s’impegnano a competere con le destre nell’elaborazione di proposte per rilanciare la crescita. 

Proposte a carico del debito pubblico: secondo le destre per rilanciare gli investimenti in opere di cui non ha importanza l’utilità; secondo le sinistre e i sedicenti post-ideologici per accrescere i consumi degli strati sociali più svantaggiati.

Il punto centrale delle proposte politiche di tutti i partiti sia la richiesta all’Unione europea di derogare dai limiti imposti all’indebitamento pubblico. Non li sfiora l’idea che i debiti con cui, nonostante le smentite dei fatti, si presume si possa rilanciare la crescita, verranno pagati dai bambini che non li hanno contratti.

C’è maggiore ingiustizia di quella che colpisce coloro che non possono difendersi?
Invece di proporsi l’obiettivo velleitario di ricostituire la sinistra, non sarebbe meglio proporsi di rilanciare gli ideali dell’equità e della collaborazione liberandoli dai limiti con cui sono stati interpretati storicamente dalla sinistra in tutte le sue sfumature?

lunedì 3 giugno 2019

IL «PD» DELL'ULTIMO VENTENNIO COME «SECONDA DESTRA»!!!



A PROPOSITO DI «"PACIFISMO", "GENERALISSIMI", F-35 E DINTORNI»!!!

«La rivolta delle stellette - Anche lo Stato maggiore della Difesa si è schierato. In ballo: la riforma delle valutazioni interne, sindacati militari e i miliardi degli F-35»   Salvatore Cannavò, Il Fatto Quotidiano del 2 giugno 2019

SE È VERO CHE QUALCHE "ALTO PAPAVERO MILITARE" (PERALTRO OGGI "PROFUMATAMENTE PENSIONATO"!) HA TACCIATO LA MINISTRA DI "PACIFISMO ACCATTONE", EBBENE SAPPIA CHE MOLTI «CITTADINI A SCHIENA DRITTA» SI ONORANO DI ESSERE DEI "PACIFISTI ACCATTONI", IN PERFETTA LINEA COL LUMINOSO «ARTICOLO 11 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE»: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
MA IN REALTÀ, "I VERI, IGNOBILI ACCATTONI" SONO COLORO CHE A TUTT'OGGI "FOMENTANO CONFLITTI IN OGNI PARTE DEL MONDO", E CHE "DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE" FANNO DEL "LUCROSISSIMO BUSINESS DEGLI ARMAMENTI" IL LORO "MISERO VANGELO"!!!
E NON SONO DA MENO COLORO CHE, DINANZI MAGARI ALLA PROSPETTIVA DI UN "TAGLIO DI QUALCHE F-35", SALTANO SU COME DEI TARANTOLATI, GRACCHIANDO COME CORVI ISTERICI: SAPPIANO, COSTORO, CHE MOLTI «CITTADINI A SCHIENA DRITTA» NON TROVEREBBERO PROPRIO NIENTE DI STRANO SE "QUALCHE MILIARDO DI SPESE MILITARI" FOSSE "STORNATO E DESTINATO", AD ESEMPIO (MA POTREMMO AGEVOLMENTE "MOLTIPLICARLI, GLI ESEMPI"!), AD UNO DEI «FONDI NAZIONALI PER LA CURA E L'ASSISTENZA DI PERSONE AFFETTE DA GRAVI DISABILITÀ»!!!
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/06/02/tutti-contro-trenta-perche-i-generali-vogliono-cacciarla/5225624/?fbclid=IwAR2ObWX9Y8PPIBT2xxFsvemCieJu5rk6o4wUY8_1-0Fjv3MRKlL8WE_Wluo