domenica 18 agosto 2019

IL «M5S COME CENTRO DEL "TERZO POLO ANTI-SISTEMA"»!!!

Ottima l'analisi prospettica di Antonio Ingroia (sul Fatto Quotidiano del 17 Agosto 2019), analisi che, ormai da parecchi anni, è anche la nostra! Noi prendevamo le mosse da un testo fondamentale di Marco Revelli apparso per i tipi Bollati Boringhieri nel lontano 1996, dal significativo titolo "Le due destre". In esso, nella sostanza, si rimarcava sul fatto che il "bipolarismo modello anglosassone cancellasse la democrazia a favore delle oligarchie", essendo ambedue i poli (apparentemente!) opposti dello schieramento politico (negli USA quanto in Europa), perfettamente funzionali a quell'unico SISTEMA ECONOMICO-POLITICO che, teorizzato dai Chicago Boys nei primi anni '70, si era rapidamente "istituzionalizzato" attraverso le esperienze di governo della Thatcher in GB (che la "terza via" di Blair erediterà poi nella sostanza!) e di Reagan oltreoceano: il NEOLIBERISMO. Emblematico, per Revelli, il caso Italia, che vedeva "formalmente contrapporsi" (per "convergere in realtà nella sostanza" appunto!) una DESTRA POPULISTA (Berluska & C.) e una DESTRA TECNOCRATICA (Grande Industria, Grands Commis dell'Impresa Pubblica & Mediobanca), ove l'oligarchia del PD (allora PdS) finiva per risultare una "protesi" di questa SECONDA DESTRA!
E lo si è ben visto, prima col governo d'Alema, poi, nell'ultimo ventennio, coi governi Prodi, Letta, Renzi e Gentiloni, con la "cinica salvaguardia degli interessi dei più forti, l'accettazione pressoché supina delle politiche di austerity imposte dalla Troika, l'attacco frontale al mondo del lavoro, la crescita smisurata delle disuguaglianze socio-economiche e della povertà diffusa, l'allarmante degrado ambientale..., a tacere dell'appoggio incondizionato fornito all'esecutivo Monti". Come hanno pertinentemente sottolineato Antonio Padellaro e Silvia Truzzi nel recente "C'era una volta la sinistra", nell'ultimo ventennio «la sacrosanta battaglia dei diritti civili è stata brandita - questo il più imperdonabile tra gli imbrogli - contro i diritti sociali, mentre si smantellava il sistema del Welfare nell'assordante silenzio degli intellettuali (organici solo al tengo famiglia). La rivendicazione di quanto fatto per i diritti civili nelle ultime esperienze di governo non può bastare, significa rassegnarsi a una vocazione elitaria, cieca ai bisogni di una maggioranza sofferente».
Per tornare all'attuale "congiuntura istituzionale indotta dalla crisi di governo", risultano allora cruciali un paio di passaggi di Ingroia. Il primo: «L'operazione di Zingaretti (andare subito alle elezioni per "derenzizzare il Pd"), poco preoccupata per le sorti del Paese, è soprattutto furba e stabilizzante, perché ha l'ambizione di fare del Pd il principale partito di opposizione nella prossima legislatura a trazione leghista, così da ristabilire la vecchia dialettica parlamentare destra-sinistra e ripristinare quel sistema sostanzialmente bipolare crollato con la potente ascesa elettorale del M5S. C'è un solo modo per opporsi a questo scenario, mettendo in conto che inevitabilmente si andrà al voto nei prossimi mesi: guardare avanti e al dopo. Costruire un "terzo" polo, alternativo a quelli tradizionali che abbia il M5S come cardine per un progetto di reale cambiamento del Paese, visto che - come giustamente scriveva Stefano Fassina su queste stesse colonne sabato scorso - il M5S rimane "l'unico partito anti-sistema" col quale solo una "sinistra di popolo" potrebbe allearsi». Si può fare?, si chiede Ingroia... e subito dopo offre la risposta, che noi condividiamo pienamente, "amplificandola": «È VENUTO IL MOMENTO CHE IL M5S, TORNANDO ALLA SUA MATRICE ORIGINARIA, SI APRA AD UN'ALLEANZA STRATEGICA, POLITICA E NON SOLO ELETTORALE, AL MONDO CHE LE È PIÙ VICINO E SIMILE, PER NON ESSERE COSTRETTO A FARE ALLEANZE PARLAMENTARI CON CHI LE È PIÙ LONTANO E DIVERSO, COME È ACCADUTO CON LA LEGA, COME ACCADREBBE COL PD. L'APPELLO È CHIARAMENTE RIVOLTO ALLO STESSO TEMPO A TUTTI I MOVIMENTI CIVICI, NAZIONALI E TERRITORIALI, ALLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE, ANTIMAFIA E ANTICORRUZIONE, CHE SI RICONOSCONO NELLA COSTITUZIONE, AFFINCHÉ LAVORINO INSIEME ALLA COSTRUZIONE DI UN COORDINAMENTO NAZIONALE PER UN'ALLEANZA PER IL CAMBIAMENTO ATTRAVERSO L'ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE»!
BENE. LA "PALLA" ORA PUÒ E DEVE TORNARE APPUNTO AL M5S, CON LA PIÙ CLASSICA DELLE ESORTAZIONI: «ORSÙ, AMICI: HIC RHODUS, HIC SALTA»!!!

domenica 11 agosto 2019

A PROPOSITO DEI "DIKTAT" DI UN «TIPO DA SPIAGGIA»!!!

NON ESISTE AL MONDO CHE QUESTO «TIPO DA SPIAGGIA (E STIAMO GIÀ "ESAGERANDO"!)», PER QUANTO "POMPATO AD HOC" DAL «CIRCO MEDIATICO ITALIOTA (ASSERVITO!) A RETI PRESSOCHÉ UNIFICATE ("SONDAGGIVENDOLI COMPIACENTI" COMPRESI!)», DECIDA "TEMPI E MODI DEL RITORNO AL VOTO"! «LUI» PUÒ CERTO, E LO HA FATTO, "USCIRE DALLA COALIZIONE DI GOVERNO NON RINNOVANDO AD ESSO LA PROPRIA PERSONALISSIMA FIDUCIA", MA A DETTARE APPUNTO "TEMPI E MODI DEL RITORNO AL PAESE ALLE URNE", COME PREVEDE LA "NOSTRA COSTITUZIONE", SONO IL "PARLAMENTO", CHE FINO A PROVA CONTRARIA "RESTA SOVRANO", E IL "CAPO DELLO STATO", CHE INFATTI, COME RECITA L'ART. 73 co. 1, «può, sentiti i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, indire le elezioni della Camera dei deputati prima del termine ordinario, nel caso di dimissioni del Governo ai sensi dell'art. 76»! IL RESTO È "FUFFA O DELIRIO DI ONNIPOTENZA" DI UN «SEMPLICE MINISTRO (A NOSTRO AVVISO PERALTRO "ASSOLUTAMENTE INADEGUATO AL DELICATO RUOLO"!)» IL QUALE, NEL CASO NON RIESCA PROPRIO A "CONTROLLARE LE PROPRIE SMANIE", COMINCI INTANTO A "RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI", CHÉ «QUALCUNO PIÙ DEGNO PER RIMPIAZZARLO È POSSIBILE TROVARLO IN UN BATTIBALENO»!!!
E SIA BEN CHIARO: LE «SUE», DI DIMISSIONI, «NON IMPLICANO AFFATTO, PER COSÍ DIRE "IN AUTOMATICO", LE «DIMISSIONI DI QUEL GOVERNO IN CUI "LUI" È ENTRATO IN MINORANZA E RIMANE, A TUTT'OGGI, IN MINORANZA»!!!