martedì 27 giugno 2017

A PROPOSITO DELLA RECENTE CONSULTAZIONE ELETTORALE!

IL DATO PIÙ VERGOGNOSO IN ASSOLUTO DI QUESTE ELEZIONI AMMINISTRATIVE RIGUARDA I «MEDIA DI REGIME, CANALI RAI IN TESTA», CHE OTTUSAMENTE QUANTO SPERTICATAMENTE CELEBRANO IL "RITORNO" DI «PORCA ITALIA» SOLO PERCHÉ UN «PUGNO DI SALMONI ITALIOTI CIECHI» (UN «ASTENSIONISMO RECORD PARI SOLO AL CALDO RECORD»!), DOPO ESSER SALTATI DALLA PADELLA («BURLESKONI & C.») NELLA BRACE («MONTI-LETTA-TRACOTANTE D'ARNO & C.»), SEMPRE PIÙ SPERDUTI SONO ORA TORNATI A CAPOFITTO NELLA PADELLA!!!

sabato 24 giugno 2017

PER UN NUOVO «ALFABETO DELLE PASSIONI»!!!

Un testo di straordinaria attualità, che merita di essere "chiosato" in alcuni punti fondamentali...
IL «NEOLIBERISMO» HA "COLONIZZATO IL NOSTRO STESSO IMMAGINARIO": "Intendiamo inserire le nostre riflessioni nel contesto del sistema economico prevalente ai giorni nostri, ossia il neoliberismo. A nostro avviso esso non si può considerare alla stregua di una mera ideologia politica ed economica; sosteniamo invece che abbia una portata e un'influenza tali da pervadere la nostra quotidianità, i nostri consumi materiali e culturali, le nostre passioni e le nostre scelte. E che un nuovo inizio debba necessariamente porsi in discontinuità con tutto questo." p. 6
IL «NEOLIBERISMO», POTREMMO ALLORA DIRE, È ANCHE E SOPRATTUTTO UN «SISTEMA DI DOMINIO TENDENTE A STRAVOLGERE LA NOSTRA STESSA "STRUTTURA ANTROPOLOGICA"»?: "La nostra risposta è che ciò che contribuisce a fare del neoliberismo un'età in cui il capitalismo avanza senza essere frenato da nessun conflitto ben organizzato politicamente sia soprattutto l'imporsi di un governo unico delle passioni. La sua arma segreta e subdola è di raccogliere adesso i frutti di un lento addomesticamento dei nostri cuori, ormai inesorabilmente attratti dalle passioni neoliberiste. Un sistema che ha perfezionato così efficacemente - attraverso l'abbraccio seducente del consumo e il controllo delle nostre passioni - il suo meccanismo di autodifesa è ben difficile da sovvertire. Le competizioni elettorali democratiche - organizzate con sempre più grandi risorse economiche da parte di pochi e un controllo rigido di 'media' sempre più poveri d'idee e pluralismo - sono ormai incapaci di farci uscire dalla morsa di ferro di questo sistema [E PERALTRO VEDONO IN FORTE CRESCITA, OVUNQUE, L'«ASTENSIONISMO»!!!... NdR]. E anche i politici che si presentano con le migliori intenzioni finiscono per essere cacciati indietro come fossero finiti contro un muro di gomma. È a questo livello fondamentale che il governo neoliberista usa le nostre passioni. Del resto, le passioni non sono delle scelte né razionali né completamente libere. Si chiamano passioni anche perché, in qualche modo, siamo costretti a subirle. E se ci chiediamo perché la maggior parte delle persone accetta politiche che un tempo avrebbe rigettato collettivamente, o ritiene necessario il restringimento di buona parte dei diritti, o che sia naturale introdurre un principio di competizione fin nelle aule abitate dai nostri figli, una risposta scomoda ma sincera potrebbe essere questa: perché noi 'vogliamo' competere, 'vogliamo' arricchirci, 'vogliamo' pensarci come imprenditori di noi stessi. Il rapporto fra controllo delle passioni e neutralizzazione della politica, in epoca neoliberista, serve a richiamare all'attenzione un'evidenza decisiva: il neoliberismo non descrive semplicemente un'epoca storica, un disordine dell'equilibrio politico, una ricomposizione ineguale delle classi economiche. Il suo specifico concerne anche una forma di governo della nostra vita intima, trasgredendo così la consuetudine di ordinare ancora i discorsi secondo dualismi antichi: pubblico/privato, sociale/politico, ecc. È questa una delle armi più forti e subdole del neoliberismo" pp. 7-8
DI QUI L'URGENZA DI UNA «RI-ALFABETIZZAZIONE AFFETTIVA DELLE NOSTRE PASSIONI»: "Senza dimenticare soprattutto due cose. In primo luogo che le passioni sono sempre ambigue e che anche le passioni positive - la compassione, l'inclusione, l'amore - sono capaci d'inganni e insidie. Anzi, come vedremo, il modello attuale si caratterizza proprio per un uso 'ideologico' delle passioni positive. Esse servono perlopiù a addolcire la pillola delle conseguenze brutali di decisioni economiche e politiche sulla nostra vita quotidiana. Il loro uso non serve a rafforzare gli spazi di critica politica, ma ad anestetizzarli. In secondo luogo che, nella sfera politica, la vera differenza tra un uso critico e un uso ideologico delle passioni non sta tanto nella distinzione fra passioni positive e negative, tristi o gioiose, ma in quella fra passioni che spingono a una soddisfazione puramente individuale e passioni che hanno come fine il desiderio di costruire connessioni. 'Tra passioni senza legami e passioni comuni'. Il lavoro che resta da fare non è idealizzare le passioni, ma immaginare un loro governo politico, nella prospettiva di unire ciò che nell'epoca contemporanea è costantemente separato. Si può leggere la crisi della politica anche così. Quasi un divieto di passioni comuni che ci rende strutturalmente incapaci di elevare il disagio individuale in pretesa che valga per tutti, in desiderio comune. (...) A nostro avviso la rinascita della democrazia è legata in maniera non trascurabile alla sua capacità di sviluppare una nuova affettività e nuove passioni." pp. 10-11; e cfr. anche la "Conclusione", pp. 127-130
SULLA «MANIPOLAZIONE DEI MECCANISMI ELETTORALI». CRITICA DELL'UNIVERSALE «RIFORMISMO OLIGARCHICO REAZIONARIO» E DISTANZA ABISSALE DAL «"NARCISISMO AUTOCENTRATO" (PASSIONE 'NEGATIVA PER ECCELLENZA') DI CERTI LEADER», NON A CASO 'POMPATO' A DISMISURA DAI MEDIA MAINSTREAM: "Le tendenze controriformatrici in atto nelle democrazie europee sembrano interessate soprattutto a fissare delle procedure che permettano alla competizione formale - le elezioni - di 'non' essere più uno strumento di rimessa in gioco periodica del potere. E anche se i partiti [SPECIE QUELLI 'TRADIZIONALI'! NdR] si dichiarano appassionatamente diversi uno dall'altro, non lo sono affatto. Reprimendo così quel sentimento di accrescimento del proprio potere al momento del voto [E FACENDO AL CONTEMPO DI QUELLA VERA E PROPRIA CATASTROFE POLITICA CHE È L'«ASTENSIONISMO» IL PROPRIO PUNTO DI FORZA! NdR]. In questo modo avanza un sempre maggiore intreccio fra potere e ristrette oligarchie. Il posto del potere è sempre 'occupato', la funzione legittimante del voto è ormai una funzione 'vuota'. C'è il sapore di un vizio passionale in questa ripetuta e ostentata tendenza di pochi a esibire la propria consustanzialità al potere [EMBLEMATICO IL «RENZUSKONISMO»! NdR]" pp. 71-72
A PROPOSITO DELLA «AFFETTIVITÀ MALATA» IN ITALIA: "Analizzando l'affettività malata in Italia, occorre necessariamente riflettere sulla perdurante importanza del familismo e del clientelismo. Il moderno familismo è una 'relazione' distorta tra individui, famiglie, società civile e Stato, in cui le famiglie si concentrano su se stesse in maniera indebita e addirittura esclusiva, dedicando alla società civile e allo Stato una percentuale minima del loro tempo. (...) Tutta una serie di motivi - l'assenza di una pedagogia repubblicana che insegnasse una visione alternativa del rapporto fra amore per la famiglia e amore per lo Stato, la mancata sensibilità politica all'importanza del problema, la stessa cultura statale improntata al lassismo, soprattutto l'incapacità di investire in soluzioni collettive - ha consentito al familismo [IN SPECIE «AMORALE»! NdR] lo spazio di riprodursi e rafforzarsi. Lo stesso discorso vale in gran parte anche per il clientelismo." pp. 115-116
LE «FAMIGLIE ITALIANE "RIPIEGATE SU SE STESSE"»: VITTIME/COMPLICI PIÙ O MENO INCONSAPEVOLI DELLA PROPRIA DEVASTAZIONE?: "Dal 2008 in poi sono state vittima di crescenti tensioni. La prolungata crisi globale ha evidenziato la vulnerabilità del neoliberismo sia come filosofia economica sia come modello culturale. In Italia al progressivo aggravarsi della crisi è corrisposto l'intensificarsi degli spot che pubblicizzavano auto in tv [UN INTENSIFICARSI PIÙ GENERALE, AGGRAVATO PERALTRO DALLA BRUTALE E VERGOGNOSA INTERRUZIONE DI FILM, SPESSO NEL BEL MEZZO DI UN DIALOGO O DI UN'AZIONE! A TACERE POI DEL PROLIFERARE DI 'RASSICURANTI' PROGRAMMI DI "CUCINA", EVIDENTEMENTE TESI A MISTIFICARE CIRCA LA (ORMAI PERDUTA!) 'OPULENZA' DELLE NOSTRE SOCIETÀ, CIÒ CHE ESSI STESSI SEMBRANO IRONICAMENTE DISVELARE IN CERTI 'TITOLI AUTOCRITICI', QUALE AD ESEMPIO: «CUCINE DA INCUBO»!!! NdR]. Nel 2015 per la pubblicità della nuova Giulia fu coniato lo slogan: «Alfa Romeo. La meccanica delle emozioni». Ma le famiglie registrarono la palese ingiustizia insita nel salvataggio delle banche, la crescita astronomica dell'inuguaglianza e i forti tagli allo stato sociale sotto ogni aspetto. Le speranze associate alla 'normalità' svanirono con l'erosione dei risparmi delle famiglie e spesso i nuclei domestici riuscivano a sopravvivere solo grazie alla modesta pensione degli anziani. In un momento simile le storiche, profonde distorsioni rappresentate dal clientelismo e dal familismo hanno ripreso a esercitare un influsso sempre più intenso sulla Repubblica italiana, in particolare in riferimento alla disoccupazione giovanile. Lungi dall'essere scomparsi, questi meccanismi sociali si sono rafforzati nella realtà generale della crisi economica neoliberista. Chi conosci, chi sei, da che famiglia vieni, con quali raccomandazioni e attraverso quali canali arrivi, sono tutti elementi che possono avere peso decisivo in un mercato del lavoro così spudoratamente orientato agli interessi dei datori di lavoro. In alcune regioni italiane, e non solo in quelle meridionali, l'adesione al clan criminale rappresenta la via d'uscita che può portare rapidamente a certi tipi di lavoro, al denaro, all'influenza sul territorio. Ma i costi umani sono altissimi e ci allontanano dalle passioni che sono alla base di questo libro." pp. 118-119
PER UNA «POLITICA DELLA FAMIGLIA "RADICALMENTE ALTERNATIVA"»: "Le famiglie possono tenere al proprio 'interno' un atteggiamento affettuoso, gioioso e paritario, che però non impedisce loro di essere mal informate e indifferenti - o prive di curiosità - nei confronti del mondo 'attorno'. Effettivamente al peggiorare della situazione a livello globale le famiglie reagiscono coprendosi gli occhi, per mantenere intatto al proprio interno quel senso di sicurezza e di affetto. La capacità umana di negare la realtà è straordinariamente forte. I cambiamenti prodotti da più di trentacinque anni di neoliberismo hanno contribuito in misura ben scarsa a far sentire le famiglie più connesse. Al contrario il romanticismo neoliberista è orientato a sedurre e distrarre le famiglie, a presentare la «meccanica delle emozioni» dell'Alfa Romeo come un surrogato delle emozioni stesse. Certi meccanismi del mondo moderno - i sistemi 'lavora e spendi', la prassi che porta a riempire il 'tempo libero' e il tempo dedicato alla famiglia di tutta una serie di altri compiti a carico del singolo, spesso lavoratore precario, l'abitudine a collassare la sera davanti alla televisione, la pubblicità a getto continuo - sono tutti potenti inviti alla passività e al distacco delle famiglie, concentrate soprattutto su se stesse. Non a caso nel 1987 Margaret Thatcher in un'intervista rimasta famosa ribadì:


la società non esiste. Esistono i singoli, uomini e donne,
esistono le famiglie e nessun governo può prescindere dalle
persone e le persone badano innanzitutto a loro stesse.


Questi individui intraprendenti, agguerriti dalla concorrenza, mossi dall'avidità, sono al centro del mondo neoliberista. Eppure questa è solo una versione, piuttosto riduttiva, del rapporto fra le passioni interne ed esterne alle famiglie. Perché queste possano allinearsi serve che lo Stato democratico intervenga consapevolmente a sostegno delle passioni esterne, dell'amore per le cause che esulano dallo stretto ambito familiare. (...) Quanto più lo Stato si dimostra accogliente e incoraggiante, tanto meno le famiglie tendono a chiudersi in se stesse. Stato e famiglia stabiliscono così un profondo rapporto reciproco." pp. 121-122

IL «REDATTORE»: NATURALMENTE, CENTRALE AI FINI DI QUESTE ED ALTRE "SANE POLITICHE" È IL REPERIMENTO DI «RISORSE FONDAMENTALI» (COME SI DICE: «LE NOZZE NON SI POSSONO FARE COI FICHI SECCHI»!) CHE SOLO UNA «FORZA ANTISISTEMA» PUÒ DAVVERO RIVENDICARE PRESSO «QUESTA EUROPA INIQUA», RETTA COM'È, A TUTT'OGGI, DA UN «SISTEMA NEOLIBERISTA DELLE OLIGARCHIE»!... MA SU CIÒ DOVREMO TORNARE ALTROVE DIFFUSAMENTE!!!

martedì 20 giugno 2017

A PROPOSITO DI «NEO-UNTORI DEL WEB»!!!

«WEB-RENZIOTI FIDELIZZATI», OVVERO: "DELLA SERVITÙ VOLONTARIA" 2.0!!! 

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/de-giorgi-c-ecco-gli-ultra-renziani-alla-guerra-del-web/

sabato 10 giugno 2017

SULLE INTERCETTAZIONI DEL «BOSS "STRAGISTA" GRAVIANO»!!!

È DEL TUTTO INUTILE CHE L'AVVOCATO/SENATORE "NOMINATO" GHEDINI SI DANNI QUEL CHE RESTA DELLA SUA "ANIMA" PER NEGARE OGNI RAPPORTO FRA IL SUO «PADRONE ASSOLUTO» (IL «BERLUSKA»!) E IL BOSS MAFIOSO "STRAGISTA" GRAVIANO!... CHI COLTIVA UNA «SANA MEMORIA STORICA» NON DIMENTICA CERTO, AD ESEMPIO, LA PLEBISCITARIA VITTORIA CHE «PORCA ITALIA» CONSEGUÌ NELLA SICILIA DI «RIINA & C.» ALLE POLITICHE DEL 1994 («61 A ZERO»!), LA CONDANNA PER «ASSOCIAZIONE MAFIOSA» DI DELL'UTRI, DA SEMPRE "FEDELE COMPAGNO DI MERENDA" DEL «CAVALIERE DISARCIONATO», L'INQUIETANTE, ANNOSA PRESENZA, IN QUEL DI ARCORE, DI QUEL BOSS MAFIOSO A NOME VITTORIO MANGANO, CHE PRESIEDEVA (FRA L'ALTRO!) ALL'INGENTE TRAFFICO DI DROGA NEL NORD ITALIA, MA CHE IL PADRONE DI CASA, QUALIFICANDOLO COME "SEMPLICE STALLIERE", NON SMISE MAI DI DIFENDERE CONTRO TUTTO E TUTTI DEFINENDOLO ADDIRITTURA UN «GALANTUOMO»!!!... EVIDENTEMENTE, UN «ANIMALISMO ANTE LITTERAM», SOLO INCENTRATO ALL'EPOCA NON TANTO SUGLI «ANIMALI ANIMALI», QUANTO SU CERTI «INFAMI "ANIMALI UMANI" BEN PEGGIORI DI QUALUNQUE BESTIA FEROCE»!!!

CONTRO I «MEDIA DI REGIME»!!!

N.B.: «Gli editori hanno risparmiato (...) sull'acqua da dare alle piante (I GIORNALISTI! NdR), ma alla fine le piante hanno perso le foglie e si stanno seccando. E forse questo atteggiamento deriva proprio dalla circostanza che ormai si tratta per la maggior parte di "editori impuri", imprenditori o finanzieri attenti più agli affari da realizzare attraverso il controllo dei media che agli obiettivi e agli interessi editoriali. Non a caso Meloni segnala nel suo saggio che "il declino dei quotidiani ha molte cause, ma tra queste possiamo annoverare senz'altro una crescente perdita di credibilità". Cioè di affidabilità e di autorevolezza». Giovanni Valentini, "Il Fatto Quotidiano" di sabato 3 giugno 2017, nella rubrica "Il sabato del villaggio", p. 11