domenica 10 novembre 2019
ALLE ORIGINI DELLA «GRAVE CRISI POLITICA, SOCIO-ECONOMICA E AMBIENTALE» IN CUI SIAMO IMMERSI!!!
Pierre Dardot & Christian Laval, La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista, trad. it., DeriveApprodi 2019 (2a edizione)
venerdì 1 novembre 2019
«È POSSIBILE "FERMARE L'ODIO"»?... LA RISPOSTA DI UN GRANDE FILOLOGO E STORICO!
Luciano Canfora, Fermare l'odio, Laterza 2019
Presentazione
«È giunto il momento di capovolgere la prospettiva. È tempo di
considerare l’ondata migratoria come avamposto di un mondo in accordo.
Se l’intera ‘Unione’ si facesse protagonista di una svolta del genere
potrebbe nascere una feconda interazione tra quel grande capitale umano e
il capitale di conoscenze e risorse del vecchio continente.»
«Questo libro è stato scritto mentre imperversava la disumana ‘chiusura
dei porti’ imposta dal governo italiano allora in carica a danno di
profughi in fuga dall’inferno libico. Quella pagina vergognosa della
nostra storia recente, che ha macchiato l’onore del nostro Paese, è
stata anche rivelatrice di un male antico e sempre latente: il lauto
consenso che premia la demagogia xenofoba. Drammatica conferma di quello
che Umberto Eco definì efficacemente il «fascismo eterno». La xenofobia
sovranista ha fatto credere che la soluzione alle ondate migratorie sia
«alzare il ponte levatoio». Ma la storia ci insegna che la vicenda
degli spostamenti di masse umane coincide con la storia stessa del
genere umano. È puerile volervi porre un freno ‘a mano armata’. Gli
stessi Stati europei che ora indossano l’elmetto per chiudere le porte e
i porti traggono origine da migrazioni di popoli che investirono – in
un processo storico durato secoli – la struttura statale all’epoca
considerata la più forte: quella dell’impero romano. Il Mediterraneo –
oggi cimitero a cielo aperto –, che l’imperialismo europeo per lungo
tempo ha diviso in colonizzati e colonizzatori, era stato molto prima, e
per un tempo non breve, un’area politicoculturale unitaria. Può tornare
a esserlo se sapremo ripensare radicalmente la troppo augusta,
arroccata e qua e là incrinata, ‘unione’ europea.»
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