domenica 15 settembre 2019

«UNA DELLE PAGINE PIÙ DRAMMATICHE DELLA "LUNGA E FEROCE PREDAZIONE IMPERIALISTA USA" SULL'AMERICA LATINA»!!!

Miguel Angel Asturias, Week-end in Guatemala, trad. it., Nuova Accademia Editrice 1964

Presentazione
«Apparso nel 1956, il libro scaturisce dalla profonda emozione determinata nell'autore da un ennesimo rivolgimento sanguinoso nel suo paese, l'intervento degli Stati Uniti e di mercenari delle vicine repubbliche centroamericane e antillane in favore del colonnello Carlos Castillo Armas, nel giugno 1954, contro il governo di Jacobo Arbenz, reo di aver intrapreso una vigorosa riforma agraria e la distribuzione delle terre ai contadini. Questa misura veniva a danneggiare le grosse compagnie statunitensi, che monopolizzavano la produzione agricola guatemalteca, e i proprietari di latifondi. L'intervento degli Stati Uniti fu decisivo, e Arbenz cadde. Asturias in quel momento era ambasciatore a Buenos Aires e rinunciò immediatamente all'incarico in segno di sdegnosa protesta. Fu l'emozione determinata in lui da questi avvenimenti a dettargli un libro irruente e denso di calda passione umana, come è Week-end in Guatemala, che egli dedicò significativamente agli studenti, ai contadini, ai lavoratori caduti, a tutto il suo popolo in lotta.
Più che un romanzo, Asturias ha voluto scrivere una storia viva del tragico momento attraversato dalla sua gente, rappresentandolo attraverso una serie di episodi che scavano profondamente nella realtà guatemalteca e che, tutti uniti, costituiscono una delle più dure proteste contro l'asservimento dell'uomo. Asturias insorge contro il gretto conservatorismo dei latifondisti, contro il concetto che essi hanno dell'uomo, dell'indio in particolare, trattato come schiavo o come bestia. Egli si scaglia contro l'intervento arbitrario di una grande potenza come gli Stati Uniti, che decide delle sorti di un popolo pacifico e indifeso. L'opportunismo, le ambizioni, la crudeltà, la disposizione al tradimento degli alti gradi dell'esercito, la coalizione della chiesa con i politici in difesa di egoistiche, ottuse e ibride posizioni - il che non significa in Asturias avversione alla religione, ché anzi egli mostra sempre il suo indio profondamente legato, in tutte le manifestazioni della vita, alle pratiche religiose -, tutto determina la protesta. Asturias dimostra come l'accusa di "comunismo" sia usata dalle oligarchie costituite quale arma artificiosa onde eliminare gli oppositori, quando questi perseguivano solamente la giustizia sociale, il diritto di vivere e di lavorare sulla terra.
Le pagine, più di una volta veementi, di questo libro, immettono violentemente nel dramma guatemalteco, che è dramma americano in senso più ampio. Gli avvenimenti, in particolare di questi ultimi anni, hanno chiaramente dimostrato gli errori della politica statunitense nei confronti dei popoli dell'America Latina, cui si è cercato in seguito di porre riparo. Il solco, tuttavia, è assai profondo e, in particolare nel Centro America, la democrazia e la libertà non sono che mascherature esterne, quando lo sono, di crudeli regimi dittatoriali, la cui ferula incide ancora sanguinosamente sui popoli. Le riforme attendono sempre di venire affrontate. Gli aiuti finanziari nordamericani si perdono nelle tasche dei governanti e degli approfittatori. L'America Latina acuisce, così, sempre più i suoi insoluti problemi.
Week-end in Guatemala si chiude con un messaggio di speranza. Nell'ultimo episodio del libro, Torotumbo, i tiranni sono distrutti e il popolo ascende alla conquista delle montagne che sono sue. Negli occhi degli uomini, dopo un manto di sudore di secoli, risplende la luce di un nuovo giorno. Asturias non poteva lasciare senza speranza la sua gente, ricaduta sotto l'oppressione. Il suo è, in definitiva, un atto di fede nel futuro tutto dell'umanità.»
(Dall'Intro di Giuseppe Bellini, pp. 14-17, sottol.re nostre)


LE PAROLE, NEL COMPLESSO FONDATE, DI Giovanni Bellini RISALGONO AL FEBBRAIO 1964, ANNO DELL'EDIZIONE ITALIANA DEL LIBRO DI ASTURIAS!... NOI PERÒ SAPPIAMO BENE CHE IN SEGUITO I "SANGUINOSI DRAMMI", PER L'INTERA AMERICA LATINA, SI SONO SOLO MOLTIPLICATI, A PARTIRE DAL GOLPE MILITARE IN BRASILE (PRIMO APRILE DI QUEL 1964!), CHE PORTÒ AL POTERE ASSOLUTO IL "REGIME DITTATORIALE DEI GORILLAS", DESTINATO A DURARE FINO AL 1985 (SÍ, OLTRE UN VENTENNIO)! DEL 1973 È POI IL GOLPE MILITARE IN CILE (CHE STRONCÒ BRUTALMENTE IL "MAGNIFICO SOGNO DI ALLENDE"!), E DEL 1976 QUELLO IN ARGENTINA (CON "MIGLIAIA DI DESAPARECIDOS"!), PER LIMITARCI A QUELLI PIÙ "TRAGICAMENTE FAMOSI"! E NOI SAPPIAMO BENE CHE A "FARE E DISFARE IN LOCO REGIMI PIÙ O MENO DITTATORIALI" È STATA SEMPRE, SOPRATTUTTO, LA "LONGA E VORACE MANO DELL'IMPERIALISMO USA", CHE HA SEMPRE TRATTATO IL SUBCONTINENTE AMERICANO COME IL "CORTILE DI CASA PROPRIA"! ERGO, I PRESUNTI "ERRORI DELLE POLITICHE STATUNITENSI CUI IN SEGUITO SI SAREBBE CERCATO DI PORRE RIPARO", NON ERANO AFFATTO TALI, BENSÍ PRELUDEVANO IN REALTÀ A "NUOVE FORME DI FEROCE PREDAZIONE PIANIFICATE FIN NEL DETTAGLIO", COME DIMOSTRA IL "«PRIMO ESPERIMENTO NEOLIBERISTA» ESPORTATO IN CILE (CON L'IMMANCABILE "SUPPORTO CIA"!) PROPRIO IN COINCIDENZA DEL COLPO DI STATO DEL 1973"!... E SI TRATTAVA FRA L'ALTRO, GUARDA CASO, DELLE "FAMIGERATE «RIFORME ECONOMICHE STRUTTURALI» BENEDETTE DALLA BANCA MONDIALE E DAL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE", PERALTRO SOGGETTE A "VERE E PROPRIE CONDIZIONI CAPESTRO PER POTER RICEVERE, A CARISSIMO PREZZO, I «SEDICENTI AIUTI E/O INVESTIMENTI FINANZIARI DALL'ESTERO»"!!!
TUTTO QUESTO, AGGIUNTO ALLE «IMMANCABILI, SPIETATE SANZIONI ECONOMICO-COMMERCIALI DA APPLICARE AI "PAESI RECALCITRANTI O NON ALLINEATI", HA CERTO UN NOME APPARENTEMENTE PIÙ MORBIDO DI «IMPERIALISMO», MA LA SUA "SOSTANZA LACRIME E SANGUE" NON CAMBIA: SI CHIAMA «NEOCOLONIALISMO» (L'AFRICA "POST INDIPENDENTISTA" NE SA QUALCOSA!), ED OGGI TORNA ALLA RIBALTA DELLE CRONACHE INTERNAZIONALI CON I TORMENTATI CASI, CERTO "IDEOLOGICAMENTE OPPOSTI", DI "MADURO IN VENEZUELA" E DI "BOLSONARO ("AMAZZONIA TRISTE"!) IN BRASILE"!!!

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