Anna Maria Mori, "Gli esclusi", Sperling & Kupfer Editori, Milano
2001 (DI SCONVOLGENTE ATTUALITÀ, VISTO CHE NEL FRATTEMPO LE COSE SONO
SOLO PEGGIORATE)!!!
Nel mondo globalizzato l'ottimismo,
l'entusiasmo, la fiducia nelle sue possibilità di crescita sembrano
costituire una parola d'ordine, quasi una bandiera da sventolare di
fronte ai "profeti di sventura" o a chi, più semplicemente, pone
l'accento sui limiti, sulle storture o sui problemi dell'attuale
società.
Primo fra tutti quello del
lavoro, sul quale, nel migliore dei casi, ci si limita a qualche cifra,
alla segnalazione di situazioni particolarmente gravi, ma ci si rifiuta
di indagare a fondo, di denunciare ciò che ormai si presenta non solo
come un'emergenza sociale, ma anche come un dramma psicologico. Chi non
ha, o ha perso, il lavoro, vive infatti con crescente ansia e disagio la
propria condizione di "escluso", sia sul piano materiale, sia sul
versante emotivo. Dal secolo scorso, la nostra identità si fonda in gran
parte su ciò che facciamo piuttosto che su ciò che siamo, e il non
poter rispondere alla banale, comunissima domanda "Di che cosa ti
occupi?" ci trasforma in ombre, in soggetti privi di sostanza, perfino
inutili. Coraggiosamente, la giornalista e scrittrice Anna Maria Mori ha
voluto conoscere meglio questa zona grigia, proponendo ai lettori
un'analisi ampiamente documentata, e allo stesso tempo carica di
passione e d'indignazione, che si riflette nel racconto in prima persona
di molti italiani senza lavoro, dal Nord al Sud, dal laureato
ultratrentenne al manager, dall'operaio alla segretaria, ai tanti
giovani diplomati che "si arrangiano" in un perenne precariato.
L'autrice sa fotografare con onestà "l'altra faccia della luna", quella
dove la moda e la pubblicità, la new economy e la finanza, le vacanze
intelligenti e la fitness non hanno territorio, perché i loro (presunti)
fruitori non vi hanno accesso, troppo impegnati a cercare di
sopravvivere, piuttosto che a vivere. Un libro duro, giustamente
polemico, a tratti rabbioso eppure percorso da una forte passione civile
e da un grande senso di solidarietà.
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