mercoledì 15 novembre 2017

A PROPOSITO DELL'ATTUALE «CRISI DELLA DEMOCRAZIA»!!!

UN TESTO, NEL COMPLESSO, DI "SCONCERTANTE ATTUALITÀ" (È DEL 1933)!!!
«Chiunque volesse caratterizzare il presente stato politico e sociale, lo direbbe critico. Tanto più giustamente in quanto non v'è forse un solo settore della vita sociale, non esclusa la creazione culturale, che non sia in preda a disordine e incertezze molteplici.» Ivi, p. 11
«... ogni governo, se deve essere un governo fornito di autorità (nel senso proprio della parola [OSSIA DA NON CONFONDERE CON L'«AUTORITARISMO»! NdR]) deve essere portato da quella volontà politica che prevale nella società: si può governare durevolmente solo con il consenso dei governati.» Ivi, p. 10

Presentazione
"Se democrazia esiste, se non è mera transizione da un regime assolutista a un altro, si può dire che la sua condizione normale sia la crisi. Ma l'accezione corrente del termine è quella di crisi vitale che prevede la «fine» della democrazia. Dalla percezione di un simile pericolo, concreto e incombente negli anni in cui è stato scritto questo lavoro (1933), nasce la sensibile e rigorosa analisi di J. L. Fisher. Prendendo le mosse dalla struttura politica delle società occidentali (verso cui gravitava in quegli anni la sua Cecoslovacchia) nell'epoca storica della seconda rivoluzione industriale, Fisher concentra la sua attenzione attorno alla ricerca di una terza via rispetto alle democrazie parlamentari e al modello sovietico, che rappresenti al tempo stesso una netta contrapposizione teorica e politica al fascismo.
Il rigore, l'originalità e l'autonomia dell'impianto concettuale di Fisher, filosofo e scienziato prima ancora che teorico della politica, rivelano la loro lucida presenza in questa ricerca «socialista» della democrazia. Così, la sua critica del capitalismo nasce, in condizioni di convergenza reticente con Marx, dall'applicazione di metodi di indagine filosofico-strutturali al discorso storico-politico e sociologico. Allo stesso modo, il rifiuto del modello sovietico discende principalmente dalla scoperta che tale modello è solo una variante di un «prototipo meccanicistico». Ma soprattutto, è frutto di questo rigore concettuale l'acquisizione certamente più preziosa del libro: l'aggancio tra libertà/democrazia e uguaglianza/socialismo non come volontaristica tesi «morale», e neanche come semplice posizione politica, ma come premessa ben motivata, nella storia non meno che nella teoria, per la costruzione di una società veramente socialista."

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