Naturalmente il nostro «NO» al referendum, oltre a rigettare con forza
il «sì» dei POTENTATI ECONOMICO-FINANZIARI (Agenzie di Rating comprese!)
è di natura del tutto opposta a quello qui propugnato dall'"Economist",
e proprio in contrasto con la sua "premessa"!... Secondo tale
"premessa", l’Italia «è da tempo la più grande minaccia alla
sopravvivenza dell’euro e dell’Unione Europea», per via del suo debito
pubblico, del PIL che non cresce a sufficienza, del suo «sclerotico mercato
del lavoro» e dei problemi delle sue banche. Ed è quasi superfluo
aggiungere che per l’Economist la "cronicizzazione" di tali mali
nostrani sta tutta nella debole applicazione delle «FAMIGERATE RICETTE
"NEOLIBERISTE"», e infatti boccia non solo Renzi in quanto egli "avrebbe
dovuto pensare a «riforme più strutturali» e generali", ma anche la sua
"deforma costituzionale", giacché questa potrebbe finire per spianare
la strada a «FORZE POLITICHE "ANTISISTEMA"» (come il Movimento 5
Stelle!) che porterebbero "instabilità all’Italia e di conseguenza
all’Europa"!... Premesso che il Movimento 5 Stelle non è affatto l'unica
FORZA ANTISISTEMA oggi presente in Europa (e non parliamo certo delle
DESTRE PIÙ O MENO XENOFOBE!), l'"Economist" può mettersi l'animo in
pace!: checché ne pensino IDEOLOGI DEL SISTEMA come loro, l'Italia,
PROPRIO IN VIRTÙ DELLE SUE "APPARENTI DEBOLEZZE SOCIO-ECONOMICHE",
RIMANE UNO «STRAORDINARIO LABORATORIO POLITICO D'AVANGUARDIA» CHE,
ASSIEME CERTO AD ALTRI «PAESI MEDITERRANEI», PUÒ APPUNTO RIMETTERE
RADICALMENTE IN DISCUSSIONE, PROPRIO A PARTIRE DALL'ASSETTO
"POLITICAMENTE CARENTE" DELL'EUROPA, LO "STATUS QUO" DOMINATO DALLA
«DEREGULATION NEOLIBERISTA», "POLITICAMENTE PILOTATA" DALLE «GRANDI
BANCHE D'AFFARI E DAI GOVERNI LORO ASSERVITI (COMPRESO QUELLO "FINTO
SINISTRO" DI RENZIE)»!!!
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